La stagione 2001/2002 è quella del fallimento. L’ultima stagione della dinastia Cecchi Gori che in dieci anni ci regalò grandissime soddisfazioni, giocatori fortissimi, grandissime ambizioni, momenti epici, che, però, terminarono nel luglio 2002 quando la Fiorentina fu dichiarata fallita.
Ricordo benissimo quella stagione, perchè una mia cara amica lavorava per la Toyota, main sponsor della squadra. Ogni partita in casa andavo allo stadio e spesso capitava anche di pranzarci, non come adesso a buffet, ma proprio seduti. Non esisteva una vera e propria hospitality, ma per un numero veramente ristretto di persone era riservata questo tipo di accoglienza molto particolare. Oggi ci sono almeno 6/7 salette dedicate alle varie ospitalità, a seconda del colore del braccialetto ecc, oltre a tutti gli skybox che hanno un buffet a loro dedicato. Uno dei vantaggi nell’assistere alle partite in tribuna Autorità era anche quello di capitare vicino ai dirigenti delle squadre avversarie. Una partita capitai accanto all’allora presidente del Lecce Mario Moroni che a fine partita mi regalò la maglietta del capitano Conticchio. La conservo gelosamente.
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Tornando a quella stagione disastrata, che le cose non sarebbero andate per il verso giusto lo si capì quando dopo poche giornate si fece male Chiesa, vera anima e trascinatore di quella squadra. Dal suo infortunio la Fiorentina iniziò un viaggio senza freni verso il fondo della classifica. Durante il mercato di gennaio arrivò quasi a sorpresa Adriano che veniva avvistato in ogni ristorante brasiliano di cui Firenze all’epoca era ben fornita…
In quella squadra forse non tutti si ricordano che faceva capolino dalle giovanili Angelo Palombo, che poi avrebbe fatto una grandissima carriera tra Samp, Nazionale e anche una breve parentesi all’Inter. “Avrei dovuto già esordire con Trapattoni, ma mi ruppi il ginocchio in Under 20 e così iniziai a frequentare la prima squadra con Terim, ma l’esordio vero e proprio fu in Coppa Italia contro il Como con Mancini in panchina.
Avevamo perso 2-0 all’andata e avremmo perso con lo stesso risultato anche al ritorno. Ero emozionantissimo, come squadra venivamo da un periodo brutto e Mancini mi dice che avrei dovuto giocare da trequartista, premetto che se me lo avesse chiesto avrei giocato anche come portiere, però io ero un centrocampista centrale e, quindi, quando mi disse come avrei giocato feci un faccia che i miei compagni si misero a ridere… Per poco non segnai anche un goal che se ci fossero stati i social sarebbe diventato virale.”
A rivedere i nomi di quella stagione si fa fatica a credere che, a prescindere dal fallimento, siate retrocessi sul campo: “Eravamo una grandissima squadra: Chiesa, Mijatovic, Torricelli, Di Livio, Adani, Nuno Gomes, Cois, gente che avevo visto in televisione fino a qualche mese prima e con in quali adesso condividevamo lo stesso spogliatoio. Ricordo Adriano contro il Milan al 90° si portò dietro Maldini e Costacurta, non proprio due qualunque segnando la rete del pareggio… Una roba pazzesca. Però se vai ad analizzare nel dettaglio: l’infortunio di Chiesa fu una bella botta, la mancanza di una figura societaria presente, in condizioni normali non saremmo mai retrocessi, il gruppo era sano.” Angelo tu arrivavi dalla primavera, i senatori come si comportavano con te, con voi giovani? “Considera che io prima di farmi male mi allenavo regolarmente con Edmundo, Bati , Rui Costa, era un sogno e noi giovani portavamo rispetto, ricordo Cois e Adani che in allenamento erano piuttosto duri con noi, ma non con cattiveria, bensì per farci crescere e farci rendere conto di dove eravamo. Al giorno d’oggi per un ragazzo sarebbe dura accettare quel tipo di comportamento, ma io devo ringraziarli.”
Se la Fiorentina non fosse fallita tu saresti rimasto? “Certo che si, a fine stagione arrivò Fascetti che credeva nei giovani, quindi per me sarebbe stato l’ambiente perfetto e la Serie B quell’anno l’avremmo vinta a mani basse, quindi ti dico che, conoscendomi, sarei rimasto a vita a Firenze. Basta guardare la mia storia con la Samp, in tanti mi dicono che avrei potuto guadagnare di più e giocare in grandi squadre, ma io non rimpiango niente, anzi ho sempre messo avanti la qualità della vita e delle persone. In vita mia ricordo due pianti bruttissimi: il fallimento della Fiorentina perchè forse lo vivevo come la fine di un sogno che avevo assaporato e che mi piaceva tantissimo e la retrocessione con la Samp. Le due cose invece che mi fanno venire ancora i brividi se ci penso sono i cori dei tifosi della Samp a Marassi e il coro che i tifosi viola facevano a Batistuta (Bati Bati Bati Goal), facevo il raccattapalle e credimi ho ancora la pelle d’oca se ci penso.”
Se non ti fossi fatto male avresti esordito con il Trap.
“Con la Nazionale giocammo contro l’Irlanda allenata proprio dal Trap, nel tunnel per entrare in campo mi disse: Cinghialotto (lui mi chiamava così ndr) hai visto dove siamo? Hai visto che non mi sbagliavo su di te?”
Le maglietta di quell’anno erano prodotte dalla Mizuno, prima ed unica volta, che legami hai con le maglie, le hai conservate, le collezioni?
“Devo ringraziare mio padre, perchè quando giocavo mi rompeva per dargliele, io invece preferivo regalarle a chi me le chiedeva, mi piaceva regalare qualche attimo di felicità ai tifosi e agli appassionati, proprio poco tempo fa, però, quando sono tornato a casa e ho visto tutte quelle che ha conservato, l’ho ringraziato perchè altrimenti ad oggi non ne avrei avuta nemmeno una. Della Fiorentina ricordo la mia prima maglia personalizzata con la Fila, mentre alla Samp venivo interpellato soprattutto per i materiali, poi io condividevo con lo spogliatoio e se c’erano richieste particolari mi facevo portavoce. Della Samp la maglia più bella che ricordo è la prima con Asics”.
Angelo ha smesso di giocare a calcio qualche anno fa, adesso fa l’allenatore e a breve inizierà un’avventura molto particolare con la “Kings League” creata dall’ex difensore di Spagna e Barcellona Pique.
“Sarò l’allenatore, inizieremo a gennaio, presidente Er’ Faina, Paolo Bonolis direttore sportivo e in porta ovviamente ci sarà il nostro grande amico e tifoso viola Emiliano Viviano, il mio motto sarà: Ho vinto, avete perso… AHAHAHHAHA.”
Da gennaio tutti a seguire la Kings League e a tifare per Angelo ed Emi.
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