L’ultima volta che abbiamo concluso un campionato al secondo posto io avevo 2 anni, l’Italia avrebbe vinto il Mondiale in Spagna e a Firenze l’idolo incontrastato era Giancarlo Antognoni.
Oggi parliamo dell’iconica maglia del 1981/1982, quella per capirci con il giglio alabardato in mezzo al petto e dello sponsor j.d. Farrow’s.
Ho contattato Niccolò Pontello, allora vice presidente della Fiorentina.
La Famiglia Pontello aveva acquistato la squadra viola l’anno precedente e, con la nomina a presidente di Ranieri Pontello, figlio del Conte Flavio, si decide di “svecchiare” il logo, le maglie e tutta la società.
L’opera di svecchiamento viene affidata ad un’agenzia specializzata di Firenze che gestisce anche il contatto con l’azienda di abbigliamento che poi diventerà anche sponsor. Per la prima volta, infatti, la Lega aveva acconsentito alla presenza di uno sponsor frontale sulle magliette delle squadre di Serie A.
Ranieri e il cugino Luca vanno contro i “vecchi” della società e approvano il restyling totale proposto dall’agenzia.
L’agenzia aveva giustificato questo impatto deciso del marchio sul petto asserendo che “più era appariscente, più poteva distogliere l’attenzione in campo dell’avversario”.
Bisogna anche considerare che al tempo non c’era un ufficio marketing in società e soprattutto non c’era un business come al giorno d’oggi sulla vendita delle magliette, quindi bisogna riconoscere quanto siano stati all’avanguardia i Pontello in quegli anni.
Apro una parentesi perché nel progetto di svecchiamento dell’immagine della società ci fu anche un tentativo, non andato bene a dire il vero, di rifare l’inno della Fiorentina: “Fu un fiasco, in quel caso sbagliammo, l’inno non andava cambiato”.
Ne furono prodotti due, uno su richiesta di Walter Tanturli con Don Backy, prendendo spunto dal successo dell’inno romanista cantato da Venditti, dal titolo “Viola” e l’altro invece “Alè Fiorentina” fu anche suonato per qualche anno prima delle partite allo stadio. Sempre sotto la guida della famiglia Pontello nacque il primo magazine societario, un mensile che forse molti di voi ricorderanno che si chiamava “laFIORENTINA”.
Tornando alla maglietta, il giorno della presentazione fu criticata dai tifosi, dalla stampa e anche da giocatori, Ciccio Graziani fu tra i più critici sostenendo che quel tipo di materiale, (fino all’anno precedente le maglie erano di laniccio, adesso si passava all’acrilico), gli procurava prurito…
Erano molto appariscenti, cambiò anche la tonalità del viola e la grafica del numero dietro, (in quegli anni non era previsto il cognome del giocatore sulla schiena, arriverà nella stagione 1995/1996), che richiamava esattamente nei colori e nel posizionamento il giglio alabardato sul davanti: numero rosso, sfondo bianco e cerchio viola.
Per i più feticisti, il posizionamento del logo j.d.Farrow’s cambiò più volte nell’arco della stagione per andare incontro anche alle varie richieste della Lega Calcio, proprio per questo esistono varie maglie con il logo più grande, spostato più a sinistra, più a destra, in basso ecc.
Ad oggi rimane una delle mie preferite, se non proprio la mia preferita.
E’ la maglia del: “Meglio secondi che ladri”.
Quell’anno, infatti, come vi ho anticipato all’inizio, arrivammo secondi e perdemmo lo scudetto all’ultima giornata: eravamo a pari punti, 44, con la Juventus , a noi a Cagliari fu annullato un goal a Ciccio Graziani, a Catanzaro la Juve segnò su rigore di Brady.
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