sabato 31 maggio 2025

La maglia del Cagliari - Tradizione, brand sardo con uno speciale omaggio alla Cina

 Erano due o tre anni che mi chiedevo quale fosse la marca di abbigliamento che vestiva il Cagliari, non la conoscevo, e come tutte le cose che non conosco, sono curiosissimo di andarle ad approfondire. Mi sono messo in contatto con Fabio Frongia, responsabile della comunicazione del Cagliari Calcio, che, con gentilezza e tanta pazienza, mi ha spiegato tutto della bella partnership tra il Cagliari Calcio e Eye Sport che io tra l’altro pronunciavo male, ovvero come si scrive, invece si pronuncia come “occhi” in inglese. Con Fabio abbiamo affrontato parecchi argomenti come ad esempio lo stadio: ricordo una trasferta con la radio qualche anno fa e chiesi espressamente all’autista di passare a vedere il Sant’Elia e ci rimasi malissimo nel vederlo in quello stato.

LA MAGLIA DEL CAGLIARI

Il mio primo Cagliari, quello che ricordo di quando ero piccolo, è stato quello di Ranieri allenatore, del trio uruguaiano FonsecaFrancescoliHerrera, di Matteoli, del mio amico Aldo Firicano, di Ielpo in porta, insomma un Cagliari che, a parte lo scudetto e gli anni con Gigi Riva, ha scritto la storia di questa splendida città e di questa bellissima regione, e ovviamente per me il Cagliari ha sempre giocato al Sant’Elia ristrutturato per i Mondiali di Italia ’90. Fabio mi ha rassicurato che il Cagliari è tra i Club più avanti nell'iter verso la costruzione di un nuovo impianto moderno e al passo coi tempi, e si spera che presto possano sbloccarsi gli ultimi passaggi amministrativi e politici per poter arrivare quanto prima i lavori di demolizione e costruzione.

Ma torniamo alla maglia del Cagliari. Nel 2022 dopo la retrocessione in Serie B il Cagliari decide di vestire Eye Sport (di proprietà dell'imprenditore Alessandro Ariu), tornando a un partner tecnico "made in Sardinia" dopo la bellissima esperienza nel triennio 2002/2005, quando la maglia rossoblù venne indossata anche da Gianfranco Zola: allora il brand era A-Line. Il Cagliari e Eye Sport cominciano a crescere insieme e si supportano a vicenda. Personalmente trovo molto positiva e anche romantica questa cosa da parte del Cagliari di legarsi ad un brand locale nonostante le offerte di altri brand più noti a livello nazionale e internazionale. Bisogna anche tenere conto del fatto che il brand Eye Sport ha vestito nel corso degli ultimi anni quasi il 90% delle società dilettantistiche sarde, specializzandosi e aumentando ulteriormente la propria esperienza in ambito sportivo, un brand giovanissimo nato nel 2006.

Ovviamente questo bellissimo connubio storico legato alla Sardegna si riversa positivamente sulla creazione delle tre maglie da gioco, tutte e tre legate ad un filone vero e proprio. La prima classica rosso blu inconfondibile il cui nome è “Coru e Fidi” ovvero La Fede e il Cuore, nella parte anteriore è riprodotto il motivo che rimanda alla “Fede Sarda Campidese”, il richiamo alla filigrana impreziosisce anche la manica destra con un’applicazione in silicone. La seconda maglia è bianca, bellissima, si chiama “Sole e Trigu” ovvero Sole e grano, simbolo di prosperità.

La terza maglia è nera, anche questa bellissima, ed è un omaggio all’ossidiana, una pietra vulcanica utilizzata in Sardegna fin dall’età nuragica, il giromanica è impreziosito da un dettaglio dorato che ricorda il prezioso filato Bisso, storicamente utilizzato per i ricami sardi. Sono rimasto assolutamente affascinato da questi richiami storici sulle maglie e da questo legame indissolubile con il territorio.

Non solo, in due partite il Cagliari ha utilizzato due maglie speciali e molto particolari. In occasione della partita contro l’Inter a San Siro, la squadra è scesa in campo con una maglietta speciale in edizione limitata: “Heritage”, creata per celebrare la Sardegna e la sua eccellenza dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico, ma anche per raccontare il rafforzato legame con la Cina, in particolare con la Provincia del Fujian e la città di Xiapu, dove il Club ha recentemente avviato un importante percorso di scambio culturale e sportivo. Il design celebra il 2025, Anno del Serpente secondo il calendario cinese, simbolo di prosperità e rinascita. Al centro, un serpente sinuoso, ispirato all’iconografia del drago cinese, si sviluppa in un motivo tono su tono su fondo rosso imperiale, arricchito da raffinati dettagli dorati.

A completare il racconto visivo una trama ispirata alla Stele di Boeli (Sa Perda Pintà), uno dei più antichi simboli della tradizione megalitica della Sardegna; sulle maniche sono presenti degli inserti ispirati alla tessitura tradizionale sarda; sul bordo manica destro, un nodo cinese decorativo in silicone dorato; il logo EYE Sport e lo stemma del Cagliari Calcio in silicone alleggerito di ultima generazione; all’interno del colletto, le scritte “Cagliari Calcio” e “EYE Sport”; sul retro-collo, il carattere cinese 福 (fu), simbolo di fortuna e benedizione; una speciale etichetta numerata “Limited Edition” riservata agli articoli autentici, da collezione o da gara; i tag NFC sul fronte per l’autenticazione digitale. I colori – rosso imperiale, blu e oro – rappresentano un connubio tra la simbologia cinese e la ricchezza della cultura sarda.

Per sottolineare ulteriormente la portata culturale e internazionale di questa iniziativa, i giocatori del Cagliari sono scesi in campo con i cognomi scritti in caratteri cinesi. Un gesto simbolico che testimonia rispetto, apertura e desiderio di dialogo tra culture diverse, uniti sotto i colori rossoblù. Nell’ultima giornata di campionato, invece, disputata in casa contro il Venezia è stato presentato anche quello che sarà il terzo kit per la stagione 2025/2026: Breathe.

Un’iniziativa dal forte valore simbolico e territoriale, sviluppata in collaborazione con l’Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna e col prezioso contributo dell’Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell’Ambiente della Sardegna.

“Con Breathe, il Club compie un passo concreto nella valorizzazione di una parte spesso meno conosciuta, ma essenziale, della nostra Isola: il patrimonio boschivo della Sardegna, la regione con la maggiore superficie forestale in Italia e tra le più vaste d’Europa. L’utilizzo di una maglia speciale si inserisce all’interno della più ampia campagna “Raggiungi. Rispetta. Respira.” con una serie di iniziative di promozione e sensibilizzazione che avranno come obiettivo quello di invitare le persone a scoprire la Sardegna, a viverla andando oltre le sue spiagge attraverso attività come il trekking, la mountain bike, l’escursionismo e a rispettare e a tutelare i suoi paesaggi".

Il design riprende le foglie del leccio (simbolo di forza e longevità) sul fronte della maglia e quelle della roverella e della sughera (emblema di stabilità e resistenza) sul retro, richiamando le querce maggiormente presenti nel complesso forestale sardo.

E’ sempre bello quando le squadre di calcio, sempre più “vittime” delle operazioni di marketing dei grandi brand, valorizzino il proprio territorio anche sposando la causa di brand locali che danno ulteriore spazio alla storia locale da tramandare, tramite il calcio, ai più giovani.


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giovedì 8 maggio 2025

La maglia del Genoa - Il classico, la tradizione, lo stile e il Boca Juniors

 Ho avuto modo, qualche mese fa, di trascorrere una settimana di lavoro a Genova. Nemmeno a farlo apposta tutto la staff lavorativo era composto da tifosi del Genoa. Hanno cominciato a farmi vedere video della gradinata, a raccontarmi aneddoti e per concludere in bellezza mi hanno fatto ascoltare non so quante volte il successo di Bresh “Guasto d’amore” (non vedo l’ora di poterla ascoltare dal vivo al Ferraris), diventato un momento iconico prima di ogni partita casalinga del Genoa. Aggiungo anche che qualche anno fa, in ritiro con la Fiorentina, mi ritrovai a chiacchierare con un simpaticissimo Thomas Skuhravý, leggenda genoana degli anni ’90 insieme a Pato Aguilera e al mister Osvaldo Bagnoli. Tutti protagonisti della splendida notte di Liverpool del 1992. Tutto questo per dirvi che volente o nolente mi sono appassionato all’universo Genoa tanto da rimanere totalmente affascinato dal docu film che potete trovare su Prime.

Scusate questa piccola premessa, ma doverosa per spiegarvi il mio approccio alle quattro maglie del Genoa di quest’anno, a mio avviso una più bella dell’altra. Il binomio Kappa/Genoa funziona e anche benissimo. L’anno scorso la presentazione a sorpresa a metà stagione della riedizione di una fortunata
maglietta di fine anni ’90, quest’anno la ciliegina sulla torta, anzi varie ciliegine.


Partiamo dalla prima maglia, la classica rosso blu: "La maglia ’24/’25 si distingue per il design pulito, con linee essenziali e moderne. Tra le novità spicca il colletto girocollo che aggiunge un tocco di contemporaneità e comfort, mantenendo un profilo elegante e raffinato. La tonalità di rosso scuro si ispira alle ragioni del cuore: un omaggio ad alcune delle maglie più iconiche e rappresentative del Grifone. Autentici pezzi cult nell’immaginario collettivo, come il modello adottato per festeggiare il centenario".

Per quanto riguarda la seconda maglia: “La maglia si distingue per il suo design elegante: è prevalentemente bianca, con dettagli in rosso e blu lungo le spalle e i fianchi. Il tema dominante è il celebre “Gallinaccio”, che torna a campeggiare su una divisa ufficiale del Genoa CFC dopo oltre 40 anni. Questo stemma, tra i più popolari nella storia del club, venne utilizzato sulle divise a inizio anni Ottanta e, da allora, è stato “adottato” a furor di popolo dai supporter che lo sfoggiano su caschi, bandiere, sciarpe, adesivi e murales. Lo stemma rappresenta una delle molteplici incarnazioni artistiche del Grifone, simbolo mitologico del club e della città di Genova, nell’articolazione di una delle sue più apprezzate espressioni in forma stilizzata. Sul retro del colletto è visibile la scritta elitaria “DALL’INIZIO, PER SEMPRE”, l’utilizzo di questo stemma è il risultato della collaborazione con Fabrizio Pianetti, esercente genovese e “genoano DOC”, per l’utilizzo del marchio “Questione di Feeling” che in questi anni ha permesso a questo format di continuare a propagarsi e vivere di luce propria".

Passiamo quindi alla terza maglia: "Anche in questa occasione, Kappa e Genoa CFC rinnovano il loro impegno nel valorizzare il kit attraverso la predilezione per lo storytelling, lanciando una campagna video esclusiva: “The Golden Dark side of Genoa”. Questo progetto celebra sia la nuova terza maglia, sia il tessuto urbano e la multiculturalità della città. Per la realizzazione del lancio è stato coinvolto un team di professionisti, che ha potuto contare sulla collaudata creatività di No Panic Agency e sulla film company 010, ben radicata nel territorio e di scena nel 2023 alla mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia, così come su Simone Mariano e dal fotografo Andrea Bianchera, entrambi noti nell’ambito della produzione di shooting fotografici/videoclip musicali e nella scena trap, che hanno saputo catturare l’anima vibrante e unica di Genova. Il risultato è un’opera visiva che esalta l’identità del club e della città, ponendo in risalto alcuni dei simboli e luoghi più suggestivi del capoluogo ligure.

La colonna sonora scelta per accompagnare la campagna è “Genovarabe”, un brano del gruppo rap guidato da Helmi Sa7bi, che mantiene una continuità con il video della terza maglia presentata lo scorso anno. Questa scelta concorre a sottolineare ulteriormente la fusione di culture che caratterizza Genova, un tema dominante nel video, esaltato dalle riprese effettuate nei vicoli e dalla presenza di volti e ambientazioni poli rappresentative.

A legare la nuova campagna a quella precedente è anche la protagonista, che ritorna per condurre gli spettatori nell’atmosfera affascinante quanto sfuggente dei caruggi. Quest’anno, il suo look è radicalmente cambiato: il biondo platino del caschetto crea il contrasto con lo stile dark che sfoggiava nel video “The Golden Dark side of Genoa”. Questo dualismo riflette l’archetipo centrale della collezione, che gioca sui contrasti cromatici tra oro e nero, simboli di luce e oscurità, elementi legati a doppio filo nella caratterizzazione della città. L’oro è valorizzato da dettagli esclusivi, come le collane con il logo del Grifone, che arricchiscono il video nell’emblema della correlazione tra squadra e città.

Il progetto ha visto inoltre la partecipazione di due realtà importanti che operano sul territorio. La cooperativa sociale il CESTO–Spazio Comune ha ospitato la produzione ai Giardini Luzzati per le riprese e la base organizzativa. Il centro di solidarietà CEIS, i cui ideali si fondano sull’inclusione e il supporto educativo, ha portato sul set tre ragazzi del team CEIS Genova Sport, fissando un altro fulcro tra progetto e comunità locale. Un simbolo di identità, inclusione e orgoglio per la città di Genova: il Third kit rappresenta l’impegno del Genoa CFC e di Kappa® nel promuovere la contaminazione tra culture e linguaggi, la connessione con il territorio e la straordinaria vivacità del movimento musicale indigeno".


Ma la vera chicca di quest’anno è la quarta maglia, una bellissima sorpresa: “Il design celebra le radici di un sentimento popolare diffuso nella comunità genoana e nella città della lanterna: il legame affettivo con il Boca Juniors. A cementare ancora di più il tema in oggetto la location del MEI, Museo dell’Emigrazione Italiana, dove oggi si è tenuta la conferenza di presentazione. Una scelta fortemente simbolica, che pone al centro del racconto non solo la maglia, ma anche una storia di emigrazione, appartenenza e identità che unisce Genova e Buenos Aires, il Genoa e il Boca Juniors. La nuova divisa celebra il 120° anniversario del club degli “Xeneizes”, uno dei più titolati del mondo, fondato nel quartiere La Boca da emigrati genovesi. Il lancio avviene in un anno significativo anche per il centenario della canzone “Ma se ghe penso”, struggente inno all’emigrazione e al desiderio di ritorno alla terra d’origine. La connessione rivive nei colori della nuova divisa: blu navy con fascia centrale e dettagli gialli, come tributo ai colori iconici del club argentino. Immancabile, sul petto, il Grifone, simbolo della genovesità e dell’orgoglio rossoblù. Un altro richiamo è contemplato sul retro, sotto il colletto: la scritta “ZENEIXI”, versione genovese di “Xeneizes”. Il colletto ispirato alla polo, firma stilistica di Kappa®, distingue la jersey dal classicismo di altre maglie, aggiungendo un dettaglio unico. Tradizioni comuni e addentellati storici sono stati valorizzati dai calciatori che hanno indossato le due maglie negli anni, da Boselli a Burdisso, da Figueroa a Palacio, da Perotti a Roncaglia. Il collegamento travalica il romanzo della narrazione calcistica, richiamando aspetti culturali e una ‘fratellanza’
cullata dalle ondate migratorie che, nei primi del ‘900, portarono migliaia di liguri e genovesi a insediarsi nel quartiere della Boca, nella capitale argentina e nel Paese".

A Genova e al Genoa non lo ammetteranno mai, ma io sono convinto che a Buenos Aires i tifosi del Boca faranno una sottoscrizione popolare per far disegnare ai genoani la loro prossima maglietta.

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giovedì 24 aprile 2025

La maglia del Parma - Il ritorno di Puma e la maglia celebrativa di Stoichkov

 Recentemente ho presentato un evento con alcuni ex giocatori del Parma dei primi anni ’90, vi faccio qualche nome: il sindaco Marco Osio, Dino Baggio, Luigi Apolloni, Alberto Di Chiara, Fausto Pizzi, Alessandro Melli, il portiere Marco Ballotta e il Mister leggendario Nevio Scala. Ad un certo punto mi sono seduto accanto al Mister e a Pizzi e ci siamo messi a commentare lo stato di forma attuale del “ragazzi”, solo ad ascoltare i loro commenti ho capito perché quel Parma costruì le sue imprese entrando di prepotenza nella storia del calcio italiano.

Ho vissuto e goduto tutto il fantastico Parma degli anni ’90 che, per diverse stagioni, ha conteso il campionato alla Juve. Ricordo quando arrivò Hristo Stoichkov dal Barcellona, un anno solo, ma rimasto nella memoria di tutti nonostante la sua stagione, dal punto di vista numerico, non fu tra le migliori; in porta il campione del mondo brasiliano TaffarelGrunBrolinAsprilla e potrei stare qui a ricordarveli tutti.

La Maglia del Parma

E a proposito dell’unica stagione di Stoichkov al Parma, la maglietta di quella stagione, firmata da Puma, è stata fedelmente riproposta quest’anno, non per giocare le partite, ma solo per quanto riguarda il merchandising, con grandissimo successo di vendite. Bellissima, ho avuto modo di vederla allo store dello stadio in occasione di una delle ultime partite casalinghe.
"Ispirata alla terza maglia gara della stagione 1995/1996, con il main Sponsor Parmalat, indossata da giocatori come Fabio Cannavaro e dal fantasista Hristo Stoichkov, è entrata nella storia delle maglie del Club. Una maglia che, pur non essendo stata utilizzata durante il campionato, era tra i kit ufficiali di una
stagione memorabile del Parma Calcio, impreziosita dall’arrivo di campioni provenienti da tutto il mondo".

Parma e Puma un binomio che si è riformato a distanza di anni, proprio l’anno scorso. Quest’anno oltre alla già citata riedizione della maglie del 1995/1996 le nuove maglie, a mio avviso, molto belle, con citazioni storiche e anche un importante impegno sociale.

Partiamo dalla prima maglia: "La presentazione del nuovo Home Kit rappresenta ogni anno un omaggio alla tradizione e all’iconicità di una maglia che dal 1913 è una delle più amate e rappresentative del Club. In particolare, in questa stagione, assume un significato ancora più importante perché segna la celebrazione del ritorno in Serie A del Parma Calcio dopo tre anni in concomitanza con il Centenario dello stadio Ennio Tardini, inaugurato il 16 settembre del 1924 e intitolato a uno dei primi presidenti del Club che pose la prima pietra per la sua costruzione il 31 dicembre del 1922. In questo secolo di storia lo stadio Tardini ha ospitato grandi campioni provenienti da tutto il mondo, magiche notti europee e 8 trofei conquistati: oggi è uno degli stadi più antichi e più affascinanti d’Italia. Un fascino suscitato dalla linea liberty del suo celebre ingresso monumentale e, soprattutto, dalla sua stretta vicinanza al manto erboso di gioco, oltre che dalla sua collocazione nel centro cittadino. In occasione di questo importante anniversario, il Parma Calcio ha voluto rendere omaggio al Tardini con un logo celebrativo, un simbolo che non è solo un segno di riconoscenza verso il passato, ma anche un impegno per il futuro, per continuare a vivere e condividere nuove emozioni con tutti i tifosi. La nuova maglia Home nell’elegante colorway Puma White, ispirata all’inconfondibile Maja Crozäda dei primi Anni 80, disegnata nel 1913 dai calciatori Ugo Betti e Torquato Rossini, presenta l’iconica croce in Puma Black a contrasto, il colletto a girocollo e i profili delle maniche a contrasto in Puma Black. Impreziosita dal logo Tardini 100 che celebra lo storico legame fra la squadra e il proprio stadio nell’anno del Centenario".


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venerdì 18 aprile 2025

La maglia viola: la vittoria della Supercoppa, Irina Te Amo, Kanchelskis e le ciliegine

 Nel 1996 avevo 16 anni, stavo per iniziare la terza liceo e alla fine di agosto in occasione della Finale di Supercoppa contro il Milan, la Fiorentina sbanca Milano con il famoso “Irina te Amo” di Batistuta alla telecamera dopo aver segnato un gran goal.

Se mi avessero detto che 23 anni dopo avrei presentato la festa per i 50 anni di Batistuta in Piazza Signoria a Firenze e avrei conosciuto anche “la famosa” Irina, non c’avrei mai creduto.


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Questi sono gli anni che ricordo con maggiore gioia, a metà anni ’90 la Fiorentina era una delle sette sorelle del calcio italiano, sempre in lotta per i primi posti e ogni anno si festeggiava la fine del calciomercato con la “ciliegina” dell’allora presidente Vittorio Cecchi Gori. Ricordo un coro della Curva Fiesole, dopo l’uscita e il successo del “Il Ciclone” di Pieraccioni nei cinema di tutta Italia con record d’incassi incredibili: ”Con i soldi del Ciclone tu’ ci compri un ciliegione" geniali.


L’anno prima avevamo vinto la Coppa Italia vincendo tutte le partite, la stagione ’96/’97 parte benissimo con la vittoria in Supercoppa con il Milan (prima squadra a vincere la Coppa Italia a battere la vincitrice dello scudetto) e malissimo in Serie A con la sconfitta in casa contro il Vicenza (quattro goal di Otero) alla prima di campionato.

Parallelamente va benissimo in Coppa della Coppe, coppa che non esiste più, ma che al tempo permetteva alle vincitrici delle coppe di lega nazionali di sfidarsi in Europa.

Fummo eliminati dal Barcellona di Ronaldo in semifinale.
In Coppa Italia, da campione in carica, fu eliminata al terzo turno dal Bologna.

Era una super Fiorentina, con Toldo in porta, in difesa Carnasciali, Amoruso, Firicano, Falcone, Pusceddu, Serena, Padalino, a centrocampo Piacentini, lo svedese Schwarz (vi ricordate il coro che gli fu dedicato?), Cois, Bigica, Massimo Orlando e in attacco Bati , Rui, Baiano, Spadino Robbiati, Oliveira (anche il coro dedicato lui fu geniale : “Inventa il rigore che non c’era… Eeeeeeeh Oliveira!”) E ovviamente lo sfortunatissimo ciliegione: Andrei Kanchelskis, che ho rivisto in occasione della festa dei 90 della Fiorentina del 2016, se non mi avessero detto che era lui non l’avrei mai riconosciuto.


Come detto la stagione partì sotto i migliori auspici, ma a lungo andare non si rivelò una stagione memorabile, a raccontarmelo è proprio Aldo Firicano arrivato quell’anno in Fiorentina dal Cagliari insieme al terzino Pusceddu e all’attaccante Oliveira.

"Era appena uscita la sentenza Bosman che permetteva di liberarsi a parametro zero a fine contratto e io approdai con questa formula alla Fiorentina. Ricordo l’emozione della presentazione sotto la Curva Fiesole a luglio con un caldo pazzesco, l’attesa nel sottopassaggio prima di salire le scalette ed essere accolti da un bagno di folla incredibile, a Cagliari non era mai successa una cosa del genere per una presentazione. Il fatto di essere arrivati in tre ha agevolato molto il nostro inserimento nella squadra, però va anche detto che quello in cui siamo entrati era davvero un gran bel gruppo. Eravamo spesso a cena fuori insieme Degli anni in viola, ricordo la telefonata che mi fece il Trap prima di venire a Firenze, lo avevo avuto qualche anno prima a Cagliari come allenatore, ma nel ’98 prima di arrivare mi chiamò per sapere che situazione avrebbe trovato: lui aveva già deciso di venire, ma sono sicuro di aver contribuito in parte alla sua convinzione a venire avendogli parlato benissimo di Firenze e della Fiorentina. Un altro grande allenatore che hai avuto in quegli anni è stato Terim, un vero trascinatore, a livello tattico, soprattutto difensivo, lasciava un po’ a desiderare , ma per il resto aveva davvero una gran bella personalità".

Aldo che rapporto avevi e hai con le magliette? Le collezioni, le hai conservate?
"E’ un mio grande rimpianto, al tempo non mi interessava molto scambiarle o collezionare, adesso un po’ me ne pento. Al netto tra regali e tralsochi, ne avrò conservate una quindicina, una che conservo gelosamente è senza dubbio la maglia celebrativa del Cagliari dello scudetto!".

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giovedì 10 aprile 2025

La maglia della Roma - Il rispetto per la storia giallorossa e l'archivio storico di Trigoria

La Roma ha una cosa che tutte le società di calcio, o almeno tutte le società di Serie A,

dovrebbero avere ovvero l’archivio storico.

Si perchè questa cosa non è scontata, anzi credo che la Roma sia l’unica società ad averlo tra

quelle più importanti, e, attenzione, non parlo di museo, ma proprio di archivio personale

societario. Grazie ai ragazzi dell’ufficio stampa, marketing e dell’archivio storico dell’ AS Roma ho

avuto modo di scoprire l’universo Roma.


Nel 2012 la società decide di dare vita all’archivio storico con un grandissimo lavoro di recupero

del materiale per raccontare la storia della Roma: roba ritrovata in sede, donazioni da parte di ex

giocatori, dirigenti, dipendenti, calciatori, ad oggi siamo arrivati ad oltre 140mila oggetti.

Non solo cimeli da gioco, oltre 1100 magliette tutte autentiche, ma anche documenti, contratti

tutti verificati. L’aiuto dei collezionisti, mi ha confermato Luca, è stato fondamentale.

Tornando all’archivio si trovano anche maglie non della Roma, ma legate ad essa come per

esempio la maglia di Falcao dell’Internacional di Porto Alegre, la maglia di Bruno Conti al

Mondiale dell’82, la maglia di De Sisti a Mexico ’70 e la maglia di Cristante nell’ultimo Europeo

vinto dall’Italia nel 2021.



Io per esempio sono tra quelli a cui piace tantissimo il lupetto di Gratton simbolo della Roma

degli anni ’80, ecco nell’archivio sono conservati i bozzetti che portarono a quell’iconico logo.

Ovviamente sono riusciti a recuperare anche la prima maglia della Roma del 1927/1928 di

Antonio Maddaluno.


Potrei continuare a scrivere solo dell’archivio, ci tengo in modo particolare perché, anche grazie

all’archivio, Adidas ha creato alcune bellissime maglie degli ultimi anni.



Per la prima maglia di quest’anno per esempio il brand tedesco ha preso spunto da un

abbonamento del 1933/1934 con il rosso scuro e l’oro per le scritte, per la seconda maglia si è

reso omaggio al quartiere Testaccio feudo romanista per eccellenza e dove c’era proprio il campo

da gioco ovvero “Campo Testaccio” dove i giallorossi c’hanno giocato dal 1929 al 1940.



L’anfora, simbolo ed icona artistica del rione di Testaccio, compare sulla maglia come un dettaglio

applicato sul retrocoletto. Il riferimento è al Monte dei Cocci, una collina artificiale di epoca

romana frutto dell’accumulo di milioni di frammenti di anfore usate per il trasporto delle merci che

giungevano via nave al porto fluviale sul Tevere. 



La terza maglia è un omaggio ad una maglia che

ebbe tantissimo successo tra i tifosi, un po’ meno sul campo. Nel ’91’92 infatti con la maglia blu

fu giocata solamente una partita di Coppa delle Coppe contro il Monaco, non andò benissimo.



Adidas l’ha attualizzata quest’anno con sul petto il monogramma ASR del 1933, realizzato in

giallo bordato rosso su fondo nero, davvero molto, molto bella. Aggiungerei anche la maglia

utilizzata solo nel derby dell’anno scorso e sempre realizzata da Adidas, lo stemma è stato

ricomposto dall'Archivio Storico con elementi autentici e propri della storia e dell'identità dell'AS

Roma. In questo modo l'Archivio ha 'fermato' in una forma elegante e moderna le innumerevoli

versioni del primo stemma usate dal club tra il 1927 e il 1959. Questi sono tutti esempi di come gli

archivi delle società possano essere di aiuto, non solo alle nuove proprietà per conoscere la

storia, capire, comprendere i tifosi, ma anche ai più giovani per ricordare e non dimenticare.Grazie ancora per avermi aperto le porte del mondo Roma, un mondo bellissimo ricco di storia e

soprattutto ben conservata.



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